mercoledì 19 settembre 2007

belle de septembre

arrivare in un posto per studiare e scoprire di aver voglia di tutto fuorchè di rinchiudersi in un'aula. no, no questa volta non è la solita pigrizia tipica dello studente, è voglia di rayer dalla vita cio' che odio. perché alla fine mi scasso la testa sui libri (beh, neppure molto, ma questo non c'entra)? io che me ne fotto di un'occupazione stabile e rispettabile, la classe media pourrie la detesto, l'obbiettivo borghese di una casa, un'auto, una famiglia e tanti bambini per la patria ça me degeule. e allora perché? perché sono qua con una cazzo di borsa erasmus e passo il tempo a odiare gli universitari e a trascorrere le ore in uno squat fumando, bevendo e discutendo d'azioni? vado in bici per le strade di marsiglia, con rap e musica araba che esce dalla auto scassate targate 13, recuperando frutta, verdura, yogurt, uova, salsiccia dai rifiuti dei supermercati, raccontando di quella volta che gli sbirri...si vive con niente ma si mangia da dio, perché, vaffanculo al destino obbligato di una vita di merda passato a produrre e consumare surrogati del discount. dovrei cercarmi un appartamento, non é l'affitto che mi preoccupa (beh, anche), ma non ho voglia di pensare di dividere camere pulite con qualche studentello che alloggia in hotel con i proprio genitori (i miei, strano ma vero, in uno slancio di generosità, mi hanno pure dato dei soldi: centocinquantq euro). in fondo non ho proprio voglia di varcare il cancello della cité u, non perchè non abbia interesse a imparare, ma per tutto quello che, in fondo, l'università rappresenta. e dire che forse sono troppo ingiusta, giusto domenica sera al barocchio (cazzo se mi sembra distante!) si parlava ed infondo c'é del buono. forse è semplicemete perchè non ho saputo far altro, ma quando vedo che è possibile anche un modo di vivere che distrugge alla radice più parte della merda e c'è molto altro da fare, mi domano davvero perchè continui sulla mia strada. é solo il terzo giorno che passo, qui, vicino a belle de mai, vicino à la rose ed aix, con le sue casette dal giardino curato, palazzi puliti lungo viali alberati mi sta già sul cazzo. quando parli di erasmus tutti ti sorridono con un sorriso malizioso che immagina festini di universitari ubriachi. forse mi divertirei anche, ma penso che se già mi disgustano le chiacchiere con studenti non voglio immaginare condividere quqlcosq di più. sorry. e quindi non mi resta che me bouffer con l'alcol regalato dal supermercato, in una cucina dai muri dipinti. non so se ho tempo, ma ora non voglio pensare nient'altro che non si questo. perché sto incredibilmente bene. senza auto, senza casa, senza pc portatile (un phone center come quelli di corso giulio mi fa da sottofondo in arabo), senza soldi. ma con una certezza: l'aver capito da che parte voglio stare.

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