venerdì 27 gennaio 2012

cloruro di sodio dalla retina

mi chiedo se mi ci voglia una terapia psicoanalitica oppure, per smettere di piangere, mi basti potermi credere non sola nella lotta à rebours contro dei mulini a vento dalle sembianze di eoliche metalliche che paiono pronte a stritolarmi nei loro ingranaggi. pesto le vecchie cicche appiccicate su un marciapiede, nel caldo relativo di una giornata i cui raggi troppo obliqui tradiscono un sole invernale, trattenendo a stento dei singhiozzi secchi al fondo della trachea. tappando con tamponi di ovatta compressa i canali lacrimali, ma sentendomi nel contempo gonfiare sinapsi, zigomi, palpebre e occhi per l'accumularsi di secrezioni oculari.
come le protesi pip, anche le mie orbite finiranno per esplodere se non riesco a far defluire la bile verso i sampietrini che stanno aspettando qualcuno a scagliarli. esposti come in uno scaffale del supermercato, vorrebbero prima vedersi scaraventati contro l'occhio triangolare dei gingilli del grande fratello, per poi far fuoriuscire potentemente la rabbia che mi tortura, invecchiata e ammuffita sotto le sembianze di rimpianti e rimorsi.
perché non so nemmeno come faccio per dimenticarmi sempre che sti fottuti ciottoli che tappezzano con rigore geometrico e imperiale le strade per le carrozze dei re e i suv dei padroni, che mi pesano sulla testa instillandomi linee rette in testa e nel corpo, posso anche estirparli dalla loro posizione. e devo pure pensarci che mica sono sempre stati lì, nel loro grigiore putrido a fare agguati a donzelle sui tacchi.

giovedì 12 gennaio 2012

194 sbarre












commento a http://menoepausa.wordpress.com/2012/01/05/ho-abortito-e-sto-benissimo/


Ammetto di non essere riuscita a leggere tutta la sfilza di commenti a questo post perché un male alla pancia pungente e profondo me l’ha impedito. un dolore che sa di tortura, quotidiana, psicologica, subdola e meschina; lesioni su tutto il mio corpo e il mio cervello che vorrebbero ammanettarmi alla retta via e non fanno altro che dilatare rabbia e odio contro i moralisti di ogni ordine e grado.
Leggendo i commenti a questo post lucido e pienamente condivisibile, quello che mi ha lasciato più perplessa è l’aggirarsi, spesso sotto mentite spoglie, di un moralismo viscido e pervasivo.
Leggere “ha fatto tutto il possibile, ma poverina, non ha avuto fortuna, quindi può abortire” mi fa ribrezzo. Non posso abortire perché, povera me, gli ormoni che inquinano il mio corpo e mi incatenano quotidianamente a rispettare scadenze e orari non hanno funzionato. Posso abortire perché, innanzitutto, è una scelta che mi spetta concernendomi nel più profondo, che io abbia fatto di tutto per evitarlo, oppure no. Per che chi spreca il fiato su fantomatici bambini e vite, nemmeno riesce a capire cos’è un essere umano, nemmeno riesce a rispettarlo, nemmeno sa cos’è la libertà di poter decidere del proprio futuro. Poi, non so proprio quale pazza donna pianifichi di mettersi nelle mani di macellai che dall’alto del loro ruolo di Salute Pubblica disprezzano e accusano per paura di iniziare a pensare, per il rimorso di avercela quella dolce famigliula che vorrebbero affibbiare alle donne che vedono passare sotto i loro occhi. Io avrei voglia di ritornare agli anni 70 e ricominciare a parlare di aborto autogestito, senza discorsi paternalistici ogni qualvolta si cerchi di capire cosa desideriamo. E magari fare dei gruppi di parola per sbarazzarsi di tutte quelle false informazioni che ci fanno credere che al “bambino” spuntino le manine a partire dalla seconda settimana e che la spirale è adatta solo a partire dalla menopausa. Perché è ora forse di farglielo capire che sessualità e riproduzione non sono la stessa cosa (e anche a chi parla a vanvera citando animali e natura forse dovrebbe rivedere i suoi dati e le sue fonti), un aborto doloroso non dovrà mai essere vissuto come una punizione per aver ceduto agli istinti. Perché al prossimo che se la ride su un’aspirazione uterina degna di un carnefice, gliela farei proprio una bella asportazione, con un bisturi ben arrugginito e seghettato.