martedì 14 luglio 2009

torno

tordi nel cielo e nuvole di un quadro
aspetto le cicale e i raggi del sole, l'odore del pane mi tura le narici e le teglie rompono il sonno
le poubelles passano sferragliando la loro immondizia, stecchini negli occhi girandomi per un lenzuolo a strisce senza sentire la menta e il basilico, silenziose ricercare la luce che non c'è (ancora). sbadiglio senza sonno, rabbia repressa sobbolle nelle strade troppo pulite, nei soffitti troppo bassi, nelle auto tirate a lucido, nelle lanterne di un processione senza santo, limitandomi a rodere le ossa di pollo lasciate nei piatti e lanciare noccioli di oliva. ho fame senza voglia di mangiare, mi manca la pasta e la rucola sulla pizza, ma non più di tanto. ho voglia di fare senza sapere cosa, partire senza sapere dove andare e con chi, senza voglia di perdere a terra gli aerei per porti sconosciuti. e, anche se dormo, mi immischio nello zucchero filato di sogni pesanti ed appiccicosi, senza bisogno di cloridrato sciropposo per rotolarmi nell'indistricabile amalgama di facce, colori e sensazioni sgradevoli di un'attività onirica troppo presente. ho paura di perdere ciò che non ho, senza riuscire a vedere attraverso l'acqua limpida cosa vivo (felicità inafferrabile come i saraghi, serenità che brucia come gli aghi di un riccio di mare). il fiume senza sale, sulle labbra è viscido e dolciastro, puzza d'alga marcia ed insipida, la pietra è grigia e senza sugo.
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti...