domenica 25 novembre 2007

grigio perla

non riesco a scrivere, con la testa troppo lontana dalla costanza di uno schermo
non riesco a pensare che tutto questo possa finire (perché getto lontano l'idea che la metà sia già passata)
e per la prima volta il freddo gelido di un giorno depresso mi scuote un cielo grigio di nuvole e gabbiani
verso il fondo della canabiere, tra irreali sapins de noel innevati a quindici gradi sullo sfondo di barche e navi, forse esagero a lamentarmi con chi non ne puo nulla della gente che sfreccia tra le bancarelle (dal gusto tirolese) e mi verrebbe da piangere perché non sono stata capace di fermarmi in tempo, perché devo sentire la voce che di solito mi accarezza trasformarsi in acciaio, gelido freddo stridente. ed ancora, tra l'arancione dei sedili del metro saltato e lungo la salita per arrivare a casa. ma é bello vedere il volto mascherato in piazza con due occhi che ti sorridono, é bello stringersi a letto con lo sperma che mi cola tra le gambe, é bello sentirsi dire je t'aime. un the sola in una cucina a scacchi, un riso alla curge con qualche lardon, e mi rendo davvero conto che, forse, in auto verso casa, sotto la pioggia, avevo davvero ragione di piangere, senza nessuno da abbracciare per piu' di un'ora, senza un luogo dove non doversi nascondere per quello che sono. ora sorrido, anche se non so nulla, sotto la pioggia ad attendere i fascisti, in una città che a tratti sembra quasi parigi, ma é sicuramente meglio. sono contenta e l'unico timore sono le radici che vedo spuntare sotto i miei piedi.