lunedì 22 dicembre 2008

no more doubts

fruscio della città nel parco illuminato di stelle ed arancione, tramonto rosa e lilla che mi ha fatto da alba, dopo una notte di carezze abbracci ed amplessi. un cerchio alla testa per una bottiglia di troppo, foglie di menta zucchero rum e san pellegrino enzimi di tensioni e scene che potrebbero passare in un mauvais film.
e, pur non scorgendo soluzioni nel voler gestire voglie e carenze, la carezza del contatto, delle parole e della lingua, mi fanno accantonare possessività e sacrificio. non ho più dubbi, la lontananza non è come il vento e non ho nulla da rodere se non il presente, ma mi cullo nel piacere che è stato e che potrebbe essere. ritorno ad una coppia adolescenziale, ma disinvischiata dalle catene. sola forse ora, ma sorrido.

domenica 7 dicembre 2008

casa

una stanza a cullarmi non mi capitava tutti i giorni da un po' di tempo, e senza bisogno di una casa me ne sono andata in giro per il mondo (senza ammirare l'eccezionale, ma strascicando un po' di banale stupore tra i chilometri) approdando ad un castello senza principe azzurro. una parete della stanza, quella sì, è bleu claire, come il riflesso della lune in una notte illuminata, più del cielo e meno del mare. penso che adolescente debba averlo sognato, con gli occhi chiusi dietro ad una stella cadente di agosto, di essere qui ora, senza proprietà ne rivendicazioni, tra i colori della vernice fresca e l'odore della stufa, con il flex che risuona nelle stanze e nelle ore, la musica che rimbomba qualche corridoio più in la, il profumo di zuppa che sale dal basso. diciottenne ubriaca su una strada di mare, ardendo canne e baci, dopo aver sbirciato la vita di posti occupati, devo averlo espresso ad una scia luminosa di voler prendere il mio posto da una certa parte della barricata. e sto imparando a saldarle le inferirriate che barricano le nostre porte, rendendomi conto di come ce l'ho fatta a credere in quello che volevo fino a farlo,a costo di scoprirlo con l'etereogeneità del reale e senza i tagli netti dell'immaginazione. e se volevo andarmene da una torino incocainata e fredda, sono riuscita a varcare con un duecentosette scassato i pendi ghiacciati, fermandomi sotto la neve e in un vecchio bar francese a bere il primo caffè allungato, il bianco dei pini è stato troppo a lungo sulla mia retina, ma l'entusiasmo dell'arrivo mi ha riportato in avanti ed indietro nel tempo..

venerdì 5 dicembre 2008

barche e mirtilli

un orologio brillante e virtuale lascia intravedere ombre che farebbero presupporre una luce al neon, ma se alzo la testa non vedo altro che la condensa dell'aria fredda e le travi di legno di una casetta di cartone.
impantanata nella neve e nel fango di una torino bianca e grigia, alterno momenti di entusiasmo a discese oltre l'acheronte. ho perso per strada attimi di cui avrei voluto scrivere , assimilati nel tessuto nervoso molto più profondamente di quanto serva per emergere con la memoria. senza meta ne guinzaglio, mi muovo su una scacchiera impazzita, come se la psilocibina ne alterasse i colori e le forme. legami e visages impregnati in un sorriso, evento inatteso di bevute e regali, scoprire la brina e l'azzurro dietro nuvole e montagne. persone che inattese mi parlano di mirtilli e more durante un concerto e barche e ponti in una festa. se fosse estate si avvicinerebbe il mattino, nel cuore dei mesi freddi ancora qualche ora di buio mi aspetta, ho sonno ma una voglia incompiuta e difficilmente realizzabile in sintassi e morfologia mi costringe a sfruttare gli ultimi minuti di una batteria che si scarica.