martedì 1 luglio 2008

trainspotting

al computer in una cittadina di cui solo ora riesco a pronunciare il nome, senza conoscere nulla e senza troppa voglia di inoltrarmi nella provincialità di bouleverd e platani, giardinetti ed auto nel garage. lascio due villes dal cuore che batte e mi incazzo un po' dalla mia dipendenza in/af-fettiva. che poi quando avevo iniziato il post avevo voglia di marquer scorci di quartieri taggati e sale nell'aria, un concerto punk, panini e bella ggente, un parco e degli esami troppo lontani per ricordarmene. non avevo voglia di pensare ad un tipo che mi lascia trapelare dalla voce delusione per il mio desiderio di saldare barricate e condividere canne con la gente di una città di mare, di fare l'orto, legando pomodori e curando zucchine e mi accorcia la telefonata come se fosse successo qualcosa. non ne avevo voglia perché ero finita davanti a questo schermo di un cyber ultrareuch, per aspettare un furgone in cui fare l'amore, bere un bicchiere, raccontare tante cose e tanti baci e fumare un po'. ed era per tutto questo che oggi pomeriggio ho salutato gli amici e dimenticato fichi zuccherosi sulla gaziniere di recup del giardino, un cubi di bianco nel frigo ed ho lasciato l'aria ed il sale che accarezzano le strade. non perché ne avessi voglia, ma perché mi andava di dimostrare che anch'io desideravo accoccolarci nell'erba e guardarci negli occhi (perché dopo quindici giorni sentirsi all'orecchio non basta più). e vaffanculo, dire che mi ritrovo a dover ancora aspettare due ore di una sera che sembra appiccicosa ed arancione per i lampioni di un agglomerato urbano piatto e periferico senza avere ne gli uni ne l'altro. fame, ma ho speso tutti i soldi per far passare il tempo e neanche posso azzannare un kebab o bermi un the verde (che poi a dirla tutta difficilmente batterà quelli della foceana). desiderio che mi era aumentato, ma devo aspettarmi altra gente assieme. lo dovrei aver capito che dovre fare solo quello per cui ho veramente voglia, anche se troppo spesso desidero dimostrare qualcosa agli altri (ed anche questa é una mia intenzione). ma sono stufa di ritrovarmi "solo in una stazione senza...".
ho le narici e le sinus intasate per il catarro dell'aria condizionata dei treni, mal di testa per lo stesso motivo ed un'incazzatura che sale, internet che scade, bisogno di un cesso.
cio non toglie che io stia bene, cullata dal caldo e dalla brezza deglia alberi, contenta di aver vagato kilometri ed ore trovando sempre qualcuno che mi vuole bene, riuscendo a condividere momenti ed attimi. ma non sono (piu) dell'umore giusto per parlarne. ora vado a guardare i treni passare, ma "tutta la droga é finita", cazzo.