domenica 28 settembre 2008

grigio torino

grigio di nuvole e marciapiedi, grigio di cenere di sigarette schiacciate, grigio nei capelli della gente, grigio nelle cervella impregnate di cemento, grigio nella corteccia di platani malaticci, grigio sui muri dietro i graffiti, grigio dei piccioni, grigio della stufa che non scalda, grigio del freddo di mezza stagione, grigio metallizzato delle auto della digos, grigio delle ossa, grigio sin dentro le ossa, grigio di un'erba marcia che puzza di muffa (ma è rimasto solo più quello e grigiamente ci si accontenta).

Smog grigio che incolla la pelle ed i pensieri, senza il mistral a spazzare via il fumo delle fabbriche che producono adonf (perché il fumo di une usine che brucia o un carcere dato alle fiamme non è grigio: il nero svetta sulle macerie delle sbarre), senza i gabbiani a rubare il pesce al mercato (ed è inutile il confronto con i corpi tozzi dei piccioni alla ricerca di briciole), senza le persone ingabbiate da mode, sostanze e vuoto, mi manca la vita in un quartiere popolare di una città di mare, senza honte nel cercare tra i cassonetti (perché sì, sarà anche quello che vogliono da noi, ma ingabbia meno del produci-consuma-crepa), a rubare gasolio e biciclette e preferire lo dspi a una coca di merda che non sa di niente, senza bisogno di schiacciare chi ti cammina accanto (e perché no, fermasi a parlareee). Senza la fighetteria di muri a bolla e colori precisi, grappa che cartonne e trentacinque euro per una maglia sono pochi confronto novanta di un grammo di quella merda che ti pigli per crederti migliore. Qui il freddo mi penetra dentro, e occupare non è per vivere ma per farsi vedere. Vedere, forse da una città che comunque cammina nei suoi impermeabili beige e nei pickpocket dei tram umidi, che inizia il turno alle cinque e lo smette che è troppo stanco per pensare, che non gioca a pallone per strada, che non beve un thè verde e una birra, guardandomi passare dopo lavoro, che non vende olive e harissa, che si nasconde per drogarsi perché ha paura di essere chiamato drogato (ma non è abbastanza facile capire che condividere evita le etichette). E se è difficile spiegare cos'è una teci, mi accorgo che il fumo del toeush ha il colore della brown. E non è questione di grigio o marrone, è questione di vita o di morte (anche i funghetti sono del colore della terra, come ubuntu e le shit).