giovedì 29 maggio 2008

lodio

forse ci ero quasi cascata, affogata nell'introspezione, post vuoti di colori e gabbiani, a farmi sedare la rabbia. gru che spuntano sull'orizzonte di una città che cambia per il capitale, stritolando le sue arterie di gente che si prende la strada e la vita; sbirri che non osano troppo varcare i confini di quartieri dove non si sentono a casa, cubi di cemento di usines abbandonate e di case offerte à loyer moderé. no, non ho smesso di guardarmi attorno, di sentire le persone, non ho smesso un solo istante di odiare lo stato e i suoi scagnozzi, non ho diminuito la mia haine contro capitale e lavoro alienante, non ho cessato di essere intollerante all'autorità ed alle gerarchie, non ho cambiato d'avis su una bandiera perché ha del blu e non del verde, continuo a sognare le sbarre distrutte e les taules in fuoco, caméras, vigiles e compagnia vorrei vederli a filmare i commissariati che saltano in aria e le ville di bourgs pillés.
e se scrivo di spiagge e sensazioni é perché cerco di abbatterla la merda che mi circonda, ma sovente mi riesce solo di spazzarla via, in un angolo. e posso illudermi a momenti che non ci siano sbirri ad ascoltare il mio telefono, che a nessuno sia mai venuto in mente di foutre un gps nella mia bagnole, che non sia ancora nato chi vorrebbe vedermi dietro le sbarre o vedermi crepare lavorando dietro ad una scrivania. e non voglio cadere nella paranoia di gabbie psicologiche dans le quali vorrebbero farci vivere. perché, alla facciazza loro, facciamo sesso e mangiamo bene, fottiamo e beviamo del buono, abbiamo di che divertirci e star meglio, abbiamo a riprenderci il nostro tempo, godendoci i cieli azzurri ed il mare, le città, un potager biologico, punk harcore a ritmer le serate. e vaffanculo

Nessun commento: