domenica 6 gennaio 2008

brouillons felici

un caldo duvait la mattina di un giorno che di gennaio ha ben poco, spalanco la finestra con la grata ad elefante rossa e nera nuova di zecca, l'aria mi accarezza, mi accorgo delle differenze della stanza rispetto ad una settimana fa e so che non sono i funghetti (infatti, forse era l'alcool)
aspetto un'auto che so che non sostituirà una bici viola e nera sparita tra i furti dell'anno
ingoio timo e zenzero per soigner la mia gola che ancora porta strascichi di placche, guardo il sole in giardino nascondersi dietro la casa, bevo marsiglia dall'alto della stazione, con le scalinate in pietra di cassis e notredame de la garde sul fondo, i gabbiani tra le nuvole e l'azzurro, un biglietto del treno all'ultimo, unghie nere e scarponcini, un furgone ed il mare, il vento e le onde, i pini verdi e la roccia bianca, il cioccolato ed il vino, i caffé, i baci e la voglia senza sapere perché...riconoscere con piacere una voce al telefono e questa volta mi immagino anche gli occhi, la barba e l'orecchino ed le dita che si incrociano passando una canna...sto bene, il tempo passa e neanche capisco il giorno che siamo, forse dovrei ritornare sui banchi, ma spero di avere la motivazione ti restare quanto mi serve sui libri per riniziare a vivere, torino sullo sfondo é un po' più grigia, anche se sento la voce da cui non posso staccarmi che mi dice che dovunque sono la benvenuta...e vedremo dove andro...il calndario, quello del lavoro, delle istiuizioni, del tempo borghese di merda non mi interessa e non mi scalfisce, ma un anno passa giorno dopo giorno, con il sole che spunta dopo una nottava svegli e cala quando ci si sveglia e duemilaotto o nove non importa, spero di continuare a sorridere...come tutti quelli che mi stanno accanto e a cui voglio bene... --che fine sdolcinata, che mi prende?---

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