venerdì 12 febbraio 2010

salvare gli angoli

forse mi si potrebbe accusare, nemmeno troppo a torto, di aver troppo ascoltato le note marce di un rap truce, ma j t'assure, ce n'est pas ça qui m'empeche de dormire la nuit. e non è nemmeno l'assordante silenzio dei cristalli di neve, che, al di la d'ogni metafora riempiono una notte troppo bianca. gioco a othello aspettando una connessione che testimonia la lentezza di sinapsi in brodo borghese e sogno tesserine bianche che arrivano a sbattermi in faccia che tutto quello che avevo costruito non c'è più. soffro l'astinenza da ogni piacere, soffro l'essere sola di fronte all'opulenza inutile. mi barcameno tra desiderio di distruggere tutto ciò che mi attornia e quello di sbattere una porta e dirmi di aver imparato la lezione. rincorro perfino un affitto, senza capacitarmi poi neanche così bene della necessità di dover pagare per avere un letto. mi trovo intrappolata come una partita in cui i bianchi hanno i quattro angoli (perchè, manco a dirlo, io sono il nero) e non ho più voglia di giocare. ho voglia di uscire dal quella griglia azzurrina, far fondere tutta la neve e non posso che ricredermi sui momenti passati in una casa grande e bella, dove il meglio era la gente. ma mando affanculo ricordi e rimpianti, se la pianto metto le catene alle gomme e me ne vado. e non posso neanche più permettermi le grida dei cccp, perchè non è una formalità, studio e non vivo e no, non sto bene.

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