martedì 28 aprile 2009

beneee

gocce salate dal viso a causa dei muri troppo bianchi e degli stucchi sopra gli occhi. turisti e militanti, accomunati soltanto dall'essere stranieri in una terra di cinghiali e castagne, entrambi restano et au final c'est un cassage de couilles. ma duecento e qualche chilometro di quatre-vois bastano a dipingere d'azzurro il cielo, bianche le rocce e verdi i pini marittimi. le ginestre in fiore lungo la strada, il viola di qualche pianta mangiabile ma sconosciuta (devo gettare un occhio a sauvages et commestibles), i raggi di un sole sempre più caldo, voglia di ostriche e ravioli al nero di seppia. lascio alle mie spalle case di pietra umide sino alle ossa e dalla calce macchiata, una pizza alla farina integrale e senza pomodoro (amenochè il doppio concentrato meriti questo nome), una jurta au tour de la quelle ça brasse trops. foglie sui tigli, papaveri tra la gramigna, la roquette e gli spinaci montano al sole, l'ippocastano fiorisce, la vite americana si intreccia ai mattoni, baci e abbracci attorno ad una grappa ed un brandy. in un giorno di aprile ti ho rincontrata, il vento dell'ovest rideva gentile...invischiata nelle strade strette e nei tetti di pietra, avevo dimenticato quanto fosse bello ritrovarsi attorno ad un piatto di pasta e quelques boules de glace, ritrovarsi tout court. perchè mi sento impoverire in un bled perdu tra itinerari turistici e nulle part, mi accarezza invece il mistral dei mercati di mare. basilico e menta, fragole e limone, anche se non c'è a stringermi la vita, non mi sento sola.

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