venerdì 16 luglio 2010

diacronia

fericamente, è ricomparso il vecchio blog testimone della mia grafomania.
non mi rispecchio più se non marginalmente nelle lamentele e nelle speranze fosche di quattro anni fa, ma non riesco a resistere all'incontenibile impulso di riproporre uno scritto che mi ricorda emozioni e felicità per essere riuscita a farcela (a partire -anche se ora sono qua-)

22 novembre 2006 00:42

piovono foglie
e mi sgonfio in un'illusione di panna montata
troppo lucida anche per guidare, con la nebbia che mi attorciglia ed ho voglia solo di chiudere gli occhi
costruisco ed abbatto, ma qualcosa resta, macerie che non vorrei essere parte di un castello in aria
sottile lama psicologica con cui rischiare di ferirsi, perchè respingere non vuole dire di no. ma forse è più facile risolvere un rebus in latino che tradurlo in un sì
sogni che giocano a shangai con la realtà, facendone un mèlange paradossalmente verosimile, ma dalle midolla inquietanti. vuol proprio dire che devo imparare a (lasciare) perdere.

ed al processo tra me e l'alcol, alla sbarra, l'imputato perdente sono io, anche se la pena inflittami mi evita di vagare sull'asfalto bagnato del mattino su uno stuolo di foglie marce. mi grazia dal fermarmi a pagare un obolo per un mandarino da ingurgitare, sentendosi un mare di occhi scuri che al rallentatore si voltano verso di me. ma le ciglia sono comunque da appiccicare alle palpebre, anche se la testa non fa giravolte a mia insaputa. e su una panchina incisa di un parco, non scanso i piccioni che sembrano Antonov in impicchiata.
le apparenze tradiscono, perchè una sigaretta ed un accendino in tasca non vogliono dire che fumo, e così se tolgo una mano dai miei fianchi è solo perchè ho paura che non piacciano, non perchè non mi piace.



desconectate

31 luglio 2006 23:58

sveglia frastornata tra residui di alcol e thc che ancora vagano nel sangue
lavoro alienante ed inutile, come al solito, non fosse per quel libretto alla posta che spero mi liberi al più presto
fornellini senza gas e valigie ancora da riempire, mentre io sono qui, per l'ennesima volta a scrivere piuttosto che accingermi a piegare le magliette ancora sporche.
più chili in libri che non in tshirt, ma mica sono alessia, io.
scarico gli ultimi mp3 per sentirmi a casa anche su un aereo lowcost, temendo di dover rimpiangere la città deserta
insoddisfazione latente che non mi illudo venga colmata, ma spero tanto ben affossata tra notti vissute e albe inaspettate, anche se penso al trauma di dover tornare a condividere 60 mq con i miei
promesso, tra cinque minuti mollo la connessione e vado in cucina per ammucchiare le cose utili, stando attenta non dimenticarmene nessuna
l'estate l'ho sempre attesa con quell'aura magica, ora non lo so più, ma il caldo mi piace, anche se davvero non so cosa aspettarmi, voglio tornare a nogaro, en france tanto per cambiare, tra i miei parenti che ho paura di veder segnati da un inesorabile tempo che passa e graffia quell'equilibrio precario del va tutto bene
la realtà è che ho paura di settembre, di tornare e rivedere scorrere davanti ai miei occhi un film già visto, ammuffito e stantio, ripetuto cambiando solamente le sfumature
ho paura dei cambiamenti, certe volte, ma mi angoscia l'immobilità, ho tanta paura che rimanga immutato tutto cià che non va e quello che funzioni si trasformi senza che io possa farci nulla
forse è un retaggio dell'estate scorsa, così diversa dalle precedenti, così satura di stanze di ospedale e prigioni
in cui ho visto mio padre attaccato ai tubi per una corsa in bicicletta, un esame crollarmi in testa, mai sola come allora, a macerare nell'angoscia
e dove mi sarei dovuta divertire, tanta rabbia per arresti insensati di amici
ma è passato anche questo, ora va meglio, anche se scorgere qualcuno al mio finaco mi è davvero difficile
è quasi mezzanotte, è quasi agosto. oh, le stelle di san lorenzo arriveranno anche quest'anno. come se cambiassero qualcosa se non quell'attimo che fiduciosi si passa a naso all'insù inseguendo un'effimera scia
non sono stanca ma mi sento un attimo spossata, a cercare di arraffare queste mosche che vorticosamente mi attorniano e paradossalmente non si lasciano avvicinare
lascerò questo post a lungo, penso, e solo per questo preferisco tagliarlo qui, sperando di poter tornare avendo ucciso. sì, l'insoddisfazione (anche se credo mi sia impossibile commettere questo omicidio).

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